giovedì 21 aprile 2011

Olio DOP Cilento: un'opportunità?

Il Cilento fin dai tempi dei Focesi si è dimostrato essere una terra particolarmente vocata per l'olivicoltura. Le esili piantine sbarcate con gli esuli greci sono divenute, in questa terra ricca di sole, enormi piante secolari dal portamento assurgente e dalla forma maestosa. Nei secoli l'olio ottenuto dalle olive di questi alberi (pisciottana)  è stato una fonte di ricchezza per chi li coltivava: oltre all'olio, utile per i molteplici usi (alimentare, religioso, cosmetico, energetico), queste piante monumentali davano legna da ardere con la potatura pluriennale e ricovero sotto la chioma per armenti. Ora questa che è stata una ricchezza per i nostri avi sembra un peso insopportabile per gli olivicoltori del 2000: la pisciottana poco si presta a una raccolta meccanica del frutto, mal si adatta alle potature ripetute, rappresenta un priblema la coltivazione lungo i fianchi collinari ripidi. Ecco che da ricchezza enorme tale olivicoltura sembra trasformata in desolato serbatoio di lampante per le raffinerie. Se nessuna azione di miglioramento qualitativo del prodotto e di riconoscimento forte della sua territorialità verrà intrapresa tale olivicoltura è destinata ad avere solo una valenza paesaggistica. La DOP Cilento, finora poco amata dagli stessi produttori, potrebbe essere un'opportunità da non farsi sfuggire per la nostra olivicoltura, così come ha fatto l'azienda Marsicani (http://www.marsicani.com/) che ha cercato di sposare valenza paesaggistica e eccellenza qualitativa portando sul mercato un olio extravergine di oliva DOP Cilento che nel 2011 si è ben piazzato in tutti i concorsi cui ha partecipato.
NM 

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